Sistemi di voto, esiste il migliore? 

Lo sapevi che esistono tanti sistemi di voto diversi? E che in casi diversi alcuni sono migliori di altri? E allora, come fare a scegliere il sistema giusto? La votazione è un modo per prendere una decisione. Spesso lo facciamo senza accorgercene, fra amici, in famiglia. Qualche volta invece lo facciamo per prendere decisioni nella società civile, come nel condominio o a scuola, o nel lavoro. Altre volte è per prendere una decisione politica, e quindi eleggere un candidato, approvare un referendum o votare un partito. 

Ma se votare è prendere una decisione collettiva, e lo facciamo spesso in tanti ambiti, o potremmo farlo, perché se ne parla quasi sempre rispetto alla politica? 

Come vedremo ci sono tantissimi sistemi di voto e ognuno ha le sue caratteristiche e i suoi scopi. Trovare un sistema di voto che rappresenta al meglio tutti può essere difficile e molto complicato, soprattutto se bisogna votare su dei foglietti. Fortunatamente oggi la tecnologia ci può dare una mano, e votare potrebbe essere facile e intuitivo anche se dovessimo fare più scelte.   

I sistemi di voto più utilizzati: proporzionale e maggioritario

Dovendo pensare ai sistemi di voto più utilizzati oggi, sicuramente in cima ci sarebbero il proporzionale e il maggioritario uninominale. L’idea che sta dietro entrambi i sistemi è abbastanza semplice. Il proporzionale può essere utilizzato per eleggere un parlamento o un’assemblea e funziona così: gli elettori sono chiamati a scegliere un partito o una lista, e quella lista prenderà seggi nell’assemblea in base alla percentuale dei voti presi. 

Se un partito prende il 30% dei voti in un'elezione per un parlamento di 100 parlamentari, il partito prenderà 30 seggi. Il proporzionale ha le sue grandi qualità, soprattutto in un contesto nazionale, con grandi assemblee e/o in un sistema rappresentativo. Ma ha anche le sue grandi limitazioni. La prima, è che non può rappresentare geograficamente gli elettori. Il parlamentare che viene eletto con il proporzionale non può riportare gli interessi o i problemi di una città o di un territorio, semplicemente perché non è stato eletto da un solo territorio, ma dalle persone che in tutto il paese hanno votato per il suo partito, poco importa se vengono da Vincenza, Catanzaro o un’altra città. La seconda limitazione, è che questo sistema non può essere utilizzato per altri scopi, ad esempio far passare una legge, un bilancio, o modificare un documento.

Passiamo ora invece al sistema di voto maggioritario uninominale secco. Nonostante il nome altisonante e complicato, il meccanismo è ancora più semplice: chi prende più voti vince. A prima vista sembra un’idea semplice ed efficace, senza i problemi del proporzionale. L’uninominale infatti può rappresentare singoli territori, basta dividere il paese in collegi e far eleggere un rappresentante a collegio. Inoltre può essere usato come sistema per approvare proposte e leggi, quella che prende più voti vince. Ma anche l’uninominale secco ha degli enormi problemi. Il primo è che in caso di tre o più opzioni alcuni voti andranno “sprecati”. Prendiamo l’esempio di sei amici che vogliono andare a cena fuori. Tre di questi amano la carne, due sono vegetariani e uno mangia un po’ di tutto, che chiameremo “l’onnivoro”. Non sanno se andare in una steakhouse, in un ristorante vegetariano o in una pizzeria. Il risultato è 3 voti per la steakhouse, 2 per il vegetariano e 1 per la pizzeria. La steakhouse vince, a danno dei vegetariani che moriranno di fame. I voti dei vegetariani e dell’onnivoro, nonostante formino il 50%, sono sprecati perché non vengono rappresentati in alcuna maniera. 

Il problema può diventare esasperato se consideriamo un’elezione nazionale con molti partiti e centinaia di collegi. In poche parole, un partito può vincere in un collegio e la maggioranza in parlamento anche se viene votato dal 30%-40% degli elettori. E non pensate che sia un caso estremo, è già successo molte volte in diversi paesi con questo sistema. Basti pensare alle elezioni del Regno Unito del 2005.  Il secondo problema, collegato al primo, è che l’uninominale secco prende in considerazione solo l’opzione preferita, senza contare quanto le altre opzioni siano gradite o sgradite. Non sappiamo infatti quale sarebbe la seconda o terza scelta dei carnivori, dei vegetariani e dell’onnivoro. Più avanti vedremo come queste potrebbero influenzare il voto e portare a risultati più condivisi.

Sistemi di voto alternativi e i loro scopi

Il metodo Schulze

Questo metodo, inventato dal matematico Markus Schulze, chiede all’elettore di ordinare i candidati in ordine di preferenza. L’elettore assegnerà 1 al candidato preferito, 2 al secondo, e così via fino al candidato meno preferito. Alla fine della votazione, verrà eletto il/i candidato/i con più preferenze totali.

Prendiamo di nuovo l’esempio dei sei amici che devono decidere dove cenare. Gli amici 1, 2 e 3 sono i carnivori, 4 e 5 i vegetariani, e 6 l’onnivoro, e insieme devono scegliere se andare in una steakhouse (S), da un vegetariano (V) o in una pizzeria (P). Dopo aver votato i risultati sono i seguenti:

  1. S > P > V
  2. S > P > V
  3. S > P > V
  4. V > P > S
  5. V > P > S
  6. P > V > S

Come abbiamo visto col maggioritario secco vincerebbe la steakhouse, che ha il maggior numero di prime preferenze (3). Se invece, usando il metodo Schulze, dovessimo contare quante volte un opzione è stata preferita alle altre, otterremmo che la Steakhouse (S) è stata preferita 2 volte dal votante 1 (S > P e S > V),  2 volte dal votante 2 (S > P e S > V),  2 volte dal votante 3 (S > P e S > V) ma 0 dai votanti 3, 5 e 6. (6 preferenze totali). Ripetendo il processo la Pizzeria (P) avrebbe 7 preferenze e il Vegetariano (V) 4. I sei amici decidono di andare in pizzeria, accontentando tutti.

Sistemi di votazione come questo possono essere utili non solo per scegliere dove andare a mangiare, ma anche per decidere tra più proposte in un’assemblea condominiale o un parlamentare in un'elezione nazionale. Questo e altri sistemi basati sull’ordine di preferenza hanno il vantaggio sia di trovare l’opzione più gradita in generale, o quella meno sgradita, e sia di non sprecare i voti, visto che non contano solo le prime scelte.

Voto a punteggio

Il voto a punteggio, di cui esistono molte varianti, chiede agli elettori di dare un punteggio a ogni candidato e vince chi ha il punteggio più alto. Il voto a punteggio non solo può funzionare bene con la scelta di un candidato, ma può essere pratico anche per scegliere fra soluzioni alternative a un problema o condurre sondaggi. 

La scala di Likert, qui a fianco, ne è un esempio ed è uno strumento usato largamente in statistica e nell'analisi dei dati. Da un punto di vista politico, sia per quanto riguarda le elezioni, sia per quanto riguarda decisioni al livello locale, la votazione a punteggio può essere una valida alternativa, soprattutto nel caso di votazioni con più vincitori. 

Infatti, permetterebbe di sapere più precisamente che cosa l’opinione pubblica pensa di determinati candidati, tematiche e/o politiche. 

Il bilancio partecipativo

Il bilancio partecipativo è un processo di votazione, utilizzato per approvare progetti pubblici, che sta prendendo piede negli ultimi anni. Inizialmente adottato in alcune municipalità del Brasile, ad oggi è uno strumento utilizzato da numerose città per decidere come spendere una parte delle risorse disponibili, come Parigi, New York, Lisbona, Madrid e Città del Messico. 

In Italia è stato introdotto come strumento prima in Sicilia, ma ha trovato una rapida diffusione in diversi comuni di altre regioni. Le procedure e modalità di questo strumento variano ma in linea generale il processo si può riassumere così: 

  • la municipalità viene divisa in zone che eleggono dei rappresentanti;
  • i rappresentanti formano una commissione apposita che discute le proposte dei cittadini in vari ambiti;
  • la commissione approva una bozza di bilancio con la valutazione di ogni  proposta che viene condivisa al pubblico e un budget di voto a disposizione di ogni cittadino; 
  • i cittadini votano le proposte attribuendo una quota del loro budget a disposizione affinché i progetti possano essere finanziati.

Questo sistema di voto permette ai cittadini di avere una grande importanza su come vengono spesi i soldi pubblici, ma non solo. Infatti introdurrebbe elementi deliberativi e partecipativi nella nostra società, che possono rivoluzionare l’attuale modo di fare democrazia e politica, fortemente centralizzato e autoritario. 

L’applicazione concreta del bilancio partecipativo ha mostrato molti aspetti positivi, tra cui una maggiore trasparenza amministrativa, un miglioramento dell’atteggiamento dei cittadini nei confronti della politica, una diminuzione dell’evasione fiscale e un aumento del benessere generale.

Problemi e soluzioni

Nessun sistema di voto è perfetto

Ogni sistema di voto può essere soggetto a manipolazione, può non essere equo, e non può soddisfare tutte le proprietà che lo renderebbero un sistema di voto perfetto, così come viene enunciato da un teorema matematico, il “Teorema dell’impossibilità di Arrow”. 

Per giudicare un sistema di voto è possibile verificare quanti e quali proprietà soddisfa o non soddisfa. Di queste proprietà ne esistono tante, ma ecco un elenco delle più importanti e da quali sistemi vengono soddisfatte:

  • Monotonicità: aumentare un punteggio di un candidato non può diminuirne le possibilità di elezione (Schulze ✔, Punteggio ✔, Maggioritario ✔)
  • Favourite betrayal: aumentare il punteggio di un candidato non può aumentare le possibilità di elezioni di un altro (Schulze ✔ se gli elettori hanno insufficienti informazioni sulle intenzioni di voto, Punteggio ✔, Maggioritario ✘)
  • Clone proof: se aumenta il numero dei candidati in un'elezione il risultato non cambia (Schulze ✔, Punteggio ✔, Maggioritario ✘)
  • Later-no-harm: aumentare il punteggio di un candidato non può portare al candidato preferito di perdere (Schulze ✘, Punteggio ✘, Maggioritario N/A in quanto condivide lo stesso problema costringendo l’elettore a scegliere un solo candidato)
  • Later-no-help: aumentare il punteggio di un candidato non può portare al candidato preferito di vincere (Schulze ✘, Punteggio ✔, Maggioritario N/A in quanto condivide lo stesso problema costringendo l’elettore a scegliere un solo candidato)

Nessun sistema di voto è perfetto, tutto dipende da cosa vogliamo ottenere, a quali caratteristiche diamo più importanza. Nonostante non possiamo scegliere il sistema perfetto, possiamo cercare quello meno imperfetto tenendo a mente due cose. La prima è che ci sono dei sistemi di voto più equi di altri a seconda dei contesti. Ad esempio, lo Schulze e il voto a punteggio, sono più robusti del maggioritario uninominale in quasi tutti i campi, e presentano molte meno criticità. La seconda è che, anche se matematicamente alcuni sistemi di voto non soddisferanno mai alcuni criteri, nella vita reale le criticità e le manipolazioni possono essere contrastate fino al punto che non abbiano più una reale influenza sul voto. Ad esempio, molte strategie di voto si basano sulla conoscenza di come gli altri elettori voteranno. Se ad esempio i sondaggi elettorali fossero vietati per un tempo sufficientemente lungo prima delle elezioni, votare tatticamente non sarebbe più possibile.

Efficienza e sicurezza

Abbiamo parlato fino ad adesso del fatto che esistono sistemi di voto alternativi, e che questi sarebbero più equi e potrebbero portare cambiamenti importanti nella politica e nella società. Ma si possono applicare nella vita reale? È facile contare delle schede dove si è fatta solo una croce, ma calcolare centinaia, migliaia o milioni di punteggi è impresa dura. Ci potrebbero volere settimane o anche mesi per conteggiare e riconteggiare tutto a mano, senza contare lo spreco di risorse e soldi. Anche nel caso del bilancio partecipativo, immaginatevi votare ogni anno decine di progetti e proposte, e il bilancio intero su carta.  Ma una soluzione c’è, e porterebbe altri vantaggi. l’e-democracy. 

Oltre al fatto dimostrato che il voto elettronico aumenta la partecipazione politica,  il voto elettronico automatizzerebbe complicati calcoli e formule, e renderebbe la votazione stessa più efficiente. Meno tempo utilizzato per votare, meno soldi spesi nelle elezioni, meno persone impiegate per conteggiare e convalidare i risultati. La domanda sorge spontanea. E la sicurezza? Degli hacker non potrebbero entrare nel sistema e modificare i risultati?

Una soluzione semplice ed elegante, già utilizzata oggi e che fa parlare molto di sé, è l’uso della blockchain. Utilizzare la stessa tecnologia usata per le cryptovalute in un sistema di voto digitale, è un qualcosa che può far diventare le elezioni digitali più sicure di quelle cartacee. Rimando a questo articolo sull’argomento. 

Inoltre utilizzare piattaforme digitali permetterebbe di abbattere i costi delle elezioni, anche se i sistemi di voto alternativi potrebbero richiedere più, o più lunghe, schede elettorali. Infatti si passerebbe dai 7-20 euro per votante con le schede cartacee, a 0.5 euro per votante con il voto digitale.

Conclusioni

Esiste il sistema di voto perfetto? No. Possiamo fare di meglio? Sicuramente. Votare è un qualcosa di sempre più importante nelle nostre società. È quella cosa che permette di prendere soluzioni condivise, di andare avanti insieme. I classici sistemi di voto hanno dato molto alla società moderna, ma c’è bisogno di aggiornare e cambiare, altrimenti sarebbe come ostinarsi a usare una lente di ingrandimento per scoprire i criminali, invece di utilizzare i mezzi che la tecnologia ci sta offrendo. 

Nuovi sistemi di voto, lo strumento del bilancio partecipativo, combinato con l’uso del voto digitale possono permettere a sempre più cittadini di entrare attivamente nella politica e di incidere nella società. Senza contare che questi strumenti possono essere utilizzati in altri campi come, ad esempio, nelle aziende, nelle associazioni, nelle scuole, e così via. Se spesso ci sono resistenze a questo tipo di cambiamenti è perché la classe politica e amministrativa non ha nessuna voglia di perdere poteri e prerogative, e quindi ogni motivazioni è valida per non cambiare niente. Cambiare tutto questo è possibile, e possiamo almeno provare a trovare un sistema migliore. Un nuovo modo di votare può essere parte della soluzione.

Marino Tilatti

Sono appassionato di E-Democracy e cofondatore dell'associazione Tecnologie Democratiche. Ho sviluppato portali e gestito decine di migliaia di visitatori al giorno. Ora ho voglia di dedicarmi totalmente a questa missione che vedo come una grandiosa opportunità di progresso per le nuove generazioni!

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