Il voto con la tecnologia blockchain
Ti stai chiedendo cosa è l’e-voting e quali sono i suoi vantaggi? Vuoi scoprire di più sulla tecnologia blockchain applicata al voto elettorale? Sapevi che oggi è possibile utilizzare dei token per votare? Credi anche tu che utilizzare la blockchain per votare sia un modo più sicuro e trasparente? Quando la blockchain è già stata utilizzata per votare? Quali sono stati i risultati?
Introduzione
Il sistema democratico rappresentativo nel corso della sua esistenza ha affrontato diverse, difficili sfide: le guerre mondiali, la globalizzazione e l’individualismo, per citarne solamente alcune. Nonostante ciò, esso ha dimostrato una forte tenacia, soprattutto dovuta alla sua essenza flessibile, malleabile e di adattamento, ma mai di sottomissione.
La sfida di questa epoca digitale non può che essere l’innovazione tecnologica. Questa ha inevitabilmente cambiato e innovato i modi dei cittadini di partecipare alla politica, rendendoli più diretti - basti pensare all’istituzione della petizione online, alla facilità di creare gruppi di persone unite per un unico obiettivo, a esperimenti di piattaforme come la “Rousseau” del MoVimento 5 stelle. In questo periodo rivoluzionario bisogna accogliere le richieste di cambiamento e ponderarle razionalmente, integrando un modo di partecipare alla politica più diretto e trasparente al sistema che già conosciamo. Infatti, se le nuove tecnologie non venissero utilizzate nel miglior modo, queste potrebbero potenzialmente sfociare in sistemi estremisti e altamente deresponsabilizzati.
Tra gli esperimenti di democrazia diretta, partecipativa e deliberativa, per ora l’unico momento istituzionalizzato in cui il cittadino esprime il suo potere di sovranità popolare nella forma più scarna e pura che ci possa essere è quello del voto elettorale.
L’e-voting: pregi e difetti
L’e-voting, ossia il voto elettronico effettuato da postazioni remote grazie ad internet, ha da subito messo in risalto qualità e problematiche.
Da un lato i vantaggi sono ben percettibili: risparmio di tempo, fatica e soldi. Lo scienziato politico Giovanni Sartori, inoltre, segnala quanto l’uso più frequente del voto (nella sua forma elettorale ma soprattutto referendaria) sia uno strumento utile per avvicinare i cittadini alla politica dando loro la possibilità di sentirsi più coinvolti in questioni decisive, soprattutto in questa epoca di crisi dei partiti e in questa società sempre più depoliticizzata a causa dello stile di vita che il capitalismo impone. In tal senso la tecnologia può giocare un ruolo fondamentale attraverso l’e-voting, dato che il metodo più comodo e che assicuri una buona partecipazione in caso di diverse votazioni è quello di lasciar le persone votare da casa propria o da ovunque siano nel mondo.
L’altra faccia della medaglia, tuttavia, ha messo in risalto alcuni problemi importanti. Il primo punto critico riguarda l’insicurezza del voto e la garanzia dell’anonimato. Dal punto di vista tecnico, potrebbe sussistere l’eventualità di una possibile presenza di un malware all’interno del dispositivo di voto e inoltre il voto elettronico potrebbe non garantire la segretezza. Infatti, se nel caso del voto cartaceo qualsiasi persona ha le competenze per effettuare un conteggio dei voti, nel caso dell’e-voting la fase dello scrutinio è automatizzata e l’esito della votazione è il risultato di un algoritmo che solo dei tecnici possono verificare.
Il secondo problema riguarda il digital divide. Il divario digitale è un fenomeno che contrappone chi ha la capacità e la possibilità di accedere alle nuove tecnologie (soprattutto quelle il cui fine è l’informazione) e chi invece ne è escluso per ragioni differenti. Quindi, oltre a fare riferimento a quella porzione di società che non ha un effettivo accesso alla cosiddetta “società dell’informazione” (come accade nei paesi poco avanzati), per “divario digitale” si intende anche la problematica di coloro che sì, sono in possesso dei mezzi, ma che non hanno le capacità o le competenze per saperli sfruttare come si dovrebbe. Questo divario si sta assottigliando sia in Italia che nel resto del mondo soprattutto grazie alla diffusione degli apparecchi cellulari e l’utilizzo di servizi digitali, spinti anche dagli obblighi durante il periodo di epidemia coronavirus.
L’innovazione tecnologica, e in particolare la blockchain, ha saputo dare rassicuranti soluzioni a gran parte di questi problemi.
Cos’è il voto sulla blockchain? Come funziona?
La blockchain è un registro di contabilità condiviso e immutabile che facilita il processo di registrazione delle transizioni e la tracciabilità dei beni in una determinata rete di nodi.
Nell’arco dell’ultimo anno questa tecnologia ha dimostrato di avere enormi potenzialità nel cambiare radicalmente la maggior parte dei settori lavorativi, ma non solo. Il processo di voto, infatti, si presta in maniera estremamente favorevole all’applicazione di questa nuova tecnologia.
Il funzionamento è molto semplice: basta costruire un’applicazione basata su blockchain e garantire l’accesso a tutte le persone interessate. Qualsiasi voto viene registrato nello storico delle transazioni, consultabile da qualsiasi persona che partecipa al network. Allo stesso tempo, viene garantito l’anonimato in quanto caratteristica peculiare della blockchain e che qualsiasi transizione è completamente criptata.
La sicurezza è l’aspetto più affascinante: infatti, è possibile programmare delle blockchain che assicurano un’estrema affidabilità e non è possibile in alcun modo modificare le transazioni già registrate.
Con queste premesse è possibile già immaginare che i precedenti difetti dell’e-voting sopra elencati vengono facilmente risolti grazie alla blockchain. Prima di parlarne, è giusto dare un’occhiata ai casi d’applicazione che questa tecnologia ha già avuto.
Il voto con la blockchain: casi d’uso
Utah, 2020
La blockchain è stata utilizzata per fini elettorali il 25 aprile 2020 per la convention del partito repubblicano nello stato dello Utah, al fine di scegliere le nomine per le primarie che si sarebbero tenute a giugno. L’applicazione utilizzata si chiama Voatz e i risultati sono stati molto positivi: a detta di Derek Brown, chairman del partito repubblicano dello Utah, l’affluenza elettorale è stata maggiore rispetto alle convention precedenti (pari al 93%) e il feedback del popolo è stato estremamente positivo. Lo stesso ha dichiarato “usare Voatz ci ha permesso di ricreare digitalmente le nostre solite procedure per le convention e di implementare la tecnologia in una maniera che ha reso il processo più conveniente e sicuro”.
La piattaforma Voatz al fine di identificare l’identità dell’individuo ha usato parametri biometrici, come il riconoscimento facciale, e il voto poteva essere espresso, oltre che con il computer, anche attraverso smartphone e tablet, il che rende il voto più accessibile ai disabili e gli assenteisti più incentivati, senza tener conto del fatto che ha aggirato le possibili restrizioni dovute al COVID-19, evitando il rischio di probabili assembramenti.
Estonia
L’Estonia da questo punto di vista è molto all’avanguardia. Fin dal 2005 gli estoni sono in grado di votare indipendentemente da dove si trovino. Mentre molti paesi stanno ancora contemplando questa possibilità, l’Estonia ha di già implementato la tecnologia blockchain nel sistema di voto da remoto.
Il sistema di identificazione avviene grazie alla carta di identità estone e ciò permette un’esperienza di voto semplice e sicura. Al momento quasi la metà della popolazione (46.7%) vota solamente elettronicamente. Inoltre, la partecipazione giovanile è particolarmente incentivata rispetto ad altri contesti.
Il sistema permette di cambiare il proprio voto diverse volte fino all’ora di scadenza, dando possibilità di ripensamento alle persone. È stato dichiarato che grazie all’e-voting il totale di tempo risparmiato al fine di organizzare le elezioni è stato di undici mila giornate feriali.
Risposte ai problemi e conclusioni
La tecnologia blockchain permette la costruzione di un sistema altamente sicuro, decentralizzato e anonimo. Essa, applicata al voto elettorale, non può che portare progresso e minimizzare il rischio di frodi.
Il segreto del voto e la sicurezza sono garantite in quanto queste sono caratteristiche intrinseche alla tecnologia blockchain stessa. Un'applicazione di voto basata su blockchain non si preoccupa della sicurezza della connessione Internet, in quanto qualsiasi hacker con accesso al terminale non sarà in grado di influenzare altri nodi. Gli elettori possono effettivamente presentare il proprio voto senza rivelare la propria identità o preferenze politiche al pubblico. I funzionari possono contare i voti molto velocemente e con assoluta certezza e, sapendo che ogni ID può essere attribuito a un voto, non possono essere creati falsi e la manomissione è impossibile.
Oltre a ciò, si aggiunge il risparmio di tempo e di denaro. I governi, infatti, hanno un solido motivo per sostenere l’e-voting: un singolo voto attualmente costa tra i $7,00 e i $25,00. Diversamente, un voto effettuato sulla blockchain costerebbe solamente $0,50.
Il vantaggio principale per cui optare per un sistema di voto online è la possibilità di aumentare il tasso di partecipazione. L’apatia degli elettori è il motivo per cui sempre meno persone si recano alle urne negli ultimi anni. Ciò cambierebbe con molta probabilità se solo si mettesse a disposizione un modo semplice e inconfutabile per votare dal proprio telefono e PC, ovunque ci si trovi nel mondo e in qualunque momento. Questo ragionamento è supportato dai risultati che si sono ottenuti dalle raccolte firme effettuate in Italia tramite SPID. Grazie a questo sistema, infatti, è stato possibile raccogliere un largo numero di firme in un periodo tempo minore rispetto alle precedenti esperienze.
Inoltre, bisogna anche considerare che alcuni sistemi di voto virtuali eliminano spiacevoli dinamiche che non faticano a presentarsi ogni volta che ci si reca fisicamente alle urne. Il sistema di voto su blockchain estone mette a disposizione la possibilità di poter cambiare diverse volte il proprio voto fino all’ora di scadenza. Questo scoraggia il fenomeno del voto coercitivo (o voto di scambio), dato che qualsiasi persona potrebbe cambiare il proprio voto in qualsiasi momento dal proprio dispositivo mobile.
Per quel che riguarda il fenomeno del digital divide, è ovvio che non si parla di un passaggio repentino da un sistema all’altro. Esempio importante in tal senso è il caso estone: metà della popolazione vota tramite il proprio pc, l’altra metà si reca ancora alle urne. Un sistema ibrido è la migliore soluzione per mettere le basi di un cambiamento che pare inevitabile. Inoltre, occorre menzionare che in Italia, nel 2020, l’88% delle popolazione aveva accesso ad internet: il digital divide risulta essere un problema in costante calo.
Fonti
- Blockchain for voting and elections | Hacker Noon
- Utah Republican Convention Uses Blockchain Voting Service (forbes.com)
- e-Democracy & open data - e-Estonia
- 10 argomenti a favore e contro il voto elettronico - SWI swissinfo.ch
- Digital divide - Wikipedia
- How Blockchain Technology Can Prevent Voter Fraud (investopedia.com)
- Country profiles, the relative position against all other European countries — Digital Scoreboard - Data & Indicators (digital-agenda-data.eu)